Non credevo di meritarlo, eppure la consapevolezza di ritrovarmi in un periodo lavorativo abbastanza intenso e produttivo l’avevo.

Il viaggio in Australia arriva in un momento strano, leggo una mail di soppiatto da parte di Lavinia che mi propone, in via del tutto preliminare, una settimana piena nel nuovo continente. 

1-2-3…Partito da Napoli alle 17:40 direzione Milano Malpensa, con il mio bel vestito rigorosamente total blu, acquistato appena il giorno prima. Avevo appuntamento con il resto del gruppo alle 22:00. Al desk della Qatar Airways mi attendevano Lavinia (Pr Manager Australia) e Giulia (Pr Manager della Qatar Airways). Con mio stupore il bagaglio non superava i 23kg, li sfiorava appena. Alle 22:20 il primo volo per Doha, dove ci aspettava la coincidenza per Canberra (con piccolo scalo tecnico a Sydney). 

L’impatto con la business class fu per me sorprendente, sapevo della famosa Qatar Airways e del trattamento in prima classe ma non immaginavo mica. Sul primo volo per Doha avevamo sedili comunicanti ma comunque ognuno con una certa privacy. A bordo c’erano assistenti favolose, sempre pronte e disponibili. Approfittai per un po’ di vino (uno Chardonnay) giusto per iniziare bene la serata che volgeva quasi al termine ed un rosè francese niente male. Ciò che mi sorprese maggiormente fu l’attenzione e la cura dei particolari: dall’apparecchiare la tavola al pigiama offerto per riposare. 

Il secondo volo per Canberra però fu ancor più sorprendente. Ci assegnarono una prima classe nelle QSuite. Uno spazio completamente isolato da tutto il resto, avendo comunque tutti i comfort a disposizione. Menù alla carta e cucina completamente a disposizione per qualsiasi tipo di richiesta. Le sensazioni erano miste e strane ma effettivamente il viaggio cambiò completamente con questo tipo di trattamento, soprattutto per tratte così lunghe e dispendiose. 

Non esitai ad indossar le ciabatte e schiacciarmi un pisolino.

Rimasi subito sorpreso dalla delicatezza delle hostess, specie quando svegliavano i passeggeri per pranzare/cenare. Mi venne da pensare che necessitino di una certa attitudine nello svolgere questo tipo di lavoro e che le hostess stesso abbiano una sensibilità fuori dal comune. E la Qatar Airways ha indovinato anche questo aspetto: il passeggero coccolato sembra essere una prerogativa. Mi sento quasi a disagio ma d’improvviso mi adeguo e, senza approfittarne, mi godo il volo. 

Sembrava di non aver mai passato 23 ore circa in volo (dopo uno scalo di circa 2 ore a Doha e 1 ora a Sydney). La stanchezza fisica era assente, mi sembrò però di ritrovarmi su un altro pianeta ed il fuso iniziò a rendermi strano xD

Avevo la netta sensazione di non capire dove fossi: una stranissima sensazione che mi confondeva sull’orario corrente, tant’è che sul volo da Doha verso Sydney per colazione ho chiesto un rosé. 

Il non essere mai esistito il marterdì mi incuriosiva, e non poco!

Prima di partire, pensavo…ma cosa andrò mai a fare in Australia?

Eppure…

  • L’Australia si collocava, secondo il New York Times nel 1997, all’incirca al livello di Bielorussia e Burundi.
  • L’Australia nel 1996 non era andata oltre le nove notizie e nel 1998, sempre sul New York Times, appena sei.
  • L’Australia è un paese dove accadono cose interessanti, seppur strane.
  • La sua popolazione di circa 25 milioni è ben poca cosa rispetto agli standard mondiali.
  • L’unica isola ad essere anche un continente ed anche l’unico continente ad essere una nazione.
  • Nata come una prigione.
  • Si trovano le creature più letali al mondo: i serpenti più velenosi sono australiani. Ragni, meduse, zecche, pesci sono gli animali più letali del loro tipo.
Arriviamo a Canberra, l’aeroporto è praticamente vuoto. Mai visto un aeroporto quasi fantasma come quello di Canberra. In estate quando sono atterrato a Rovaniemi, nonostante un volo con circa 20 persone a bordo, c’era più gente in aeroporto. Eravamo gli unici.

Ci aspettava il driver che ci portò direttamente in hotel per fare il check-in. L’Ovolo Hotel era fantastico oltre che particolare. Enorme e al tempo stesso un design pazzesco, tutto eco-sostenibile già all’esterno. Gigante da perdersi all’interno e negli spazi comuni messi a disposizione dei clienti. I particolari catturarono subito la mia attenzione, cosicché la mia pausa di circa 2 ore la dedicai interamente alle foto in hotel! Giusto per stare più riposato possibile 😀

Ogni cosa era al suo posto.

Ed il mio impatto con la camera fu fantastico (se avete guardato le IG Stories ve ne siete resi conto) perché all’interno di ognuna c’era Alexa a dare supporto. Cosicché feci la mia prima conversazione con la signorina di Amazon. E mia madre, gelosa come non mai, subito mi chiese:

Canberra non sembrava brillare quanto a cose da fare, me ne avevano parlato tutti male.

L’impatto però con questa terra fu per me incredibile ed esaltante.

Ero ispirato ed avevo il piglio giusto per affrontare il viaggio fotografico che avevo immaginato e desiderato da anni. Era l’aria, erano le strade sconfinate o gli animali ma ero completamente in balìa delle mie due fotocamere!

La prima giornata la dedicammo al National Gallery of Australia, un museo in pieno centro dove ci aspettava una guida davvero bizzarra. Notai in particolar modo la struttura artistica, credo temporanea, The Spirit of the Pumpinks Descended into the Heavens di Yayoi Kusama.

Facemmo un piccolo tour anche del Memoriale degli Aborigeni, toccante a dir poco: all’ingresso simbolicamente circa 150 bare di indigeni che per anni hanno provato a difendere la propria terra. Cenammo in un ristorante che pareva rinomato: Akiba. Mangiammo in un ambiente niente male.

Certo, non vi aspettate i nostri super ristoranti da stelle Michelin ma è proprio questo che ricercavo ed immaginavo. Mangiammo a base di pesce, quasi tutto fritto (ahimè!). Ricordo ancora la mia stanchezza, tanto da non fare alcuna foto durante la cena. Dopo ci aspettavano un po’ di passi per rientrare in hotel.

Fu proprio in quei momenti che conobbi le speciali persone che mi accompagnavano durante il viaggio. Nei momenti meno frenetici. 

Fortunatamente avevo fatto una doccia prima di uscire per cena.

Andai dritto a dormire, ma diedi la buonanotte ad Alexa. Ovviamente.

GIOVEDì 7 MARZO

Al mattino mi svegliai praticamente in un nuovo mondo, non avevo ancora capito fin troppo bene il giorno precedente di essere sul continente australiano. Vegetazione stentata, cieli immensi e un orizzonte sconfinato. Mi resi conto di essere realmente in Australia.

La sveglia suonò alle 5:00 ma per una buona causa: alle 5:45 avevamo appuntamento con il driver che ci avrebbe poi portati  al punto d’incontro per volare in mongolfiera.

Non realizzai esattamente, non compresi cosa mi aspettasse lassù. Ci impiegarono circa 40 minuti per la preparazione, ci portarono su di un prato dove trasportarono la mongolfiera sgonfia 

D’un tratto era pronta.

Sorvolammo Canberra dell’alto e fu una delle emozioni più belle della mia vita. Mi aspettavo qualcosa di poco stabile, eppure si muoveva lentamente quasi stessimo passeggiando sul velluto.  

Fu l’alba più straordinariamente vivida che credo di avere mai visto.

Feci un po’ di fotografie dell’alto sia con la GoPro con il quale ho realizzato anche qualche video, poi con il 70-200 ed il grandangolo mi divertì e non poco.

Sistemammo la mongolfiera rendendoci tutti utili, l’atterraggio fu meno brusco del previsto. 

Alle 9:30 eravamo al The Cupping Room per una buonissima colazione. Appena dopo, facemmo un tour di degustazione del caffè australiano. Sia ben chiaro, niente a che vedere con il mio bel caffè napoletano ma ero curiosissimo di assaggiarlo.

Per pranzo ci spostammo di qualche chilometro dove ci attendevano al Capital Brewing Co. Un posto accogliente in uno stile che mi colpì molto: i posti a sedere fuori sotto gli ombrelloni, l’area all’interno molto familiare ed un arredamento d’ispirazione per le mie fotografie. Infatti realizzai un mini-reportage piacevolissimo con il mio Sony 85mm 1.4 G-Master (un vero sogno!).

La birra è davvero di alto livello, ma vi dirò che anche gli hamburger furono eccezionali. Sono un team speciale e la produzione delle birre artigianali è il punto di forza.

Nel mio immaginario i pub australiani erano quasi sempre luoghi austeri e pratici. Il Capital Brewing, oltre alla praticità, aveva l’atmosfera che mi fece sentire a casa.

Dopo questo pranzo niente male, ci aspettava l’avventura che più di tutte, ancora oggi, mi procura brividi nel ripensarla.

Con Canberra Urban Adventures, ci inoltrammo verso il l’entroterra dove ammirai per la prima volta alcuni degli animali caratteristici dell’Australia: canguri, wallbies e koala su tutti.

Fu una vera emozione.

L’escursione poi divenne ancor più bella.

Inoltrandoci più nell’entroterra, dove tutto aveva un’aria rurale e “bush”, come lo definiscono loro, mi accorsi velocemente che di lì a poco si sarebbe avverato il più inaspettato sogno.

I ragazzi di Canberra Urban Adventures ci diedero delle bici elettriche.

Ci trovavamo su delle piccole colline dove si alternavano immense praterie di verde a fitte boscaglie di alberi. Tra i due scenari una sola strada, completamente isolata che portava chissà dove.
Fu in quel momento che ho vissuto gli attimi di liberà più belli della mia vita. Ricordo l’andare su e giù per le strade con canguri che saltellavano da un ciglio all’altro della strada ed il silenzio più totale della natura. 

Rientrammo in centro a Canberra dove lo stesso giorno iniziava il Night Noodle Markets, un festival dove c’erano vari stand delle più disparate nazioni e birra a fiumi. Fu una piacevole serata, al rientro preferimmo fare una passeggiata verso l’hotel, sfiniti. 

Fu la giornata più intensa del viaggio in Australia.

VENERDì 8 MARZO 2019

Questo è un paese incredibilmente vuoto (specie nell’entroterra) ma allo stesso tempo pieno di cose. Cose da fare, cosa da vedere e cose da sapere. Quasi impensabile ricoprire le distanze in auto e non è solo di coprire distanze brute ma dell’incredibile vuoto che intercorre tra le varie città. Vuoto che sarebbe fantastico scoprire, magari, un giorno.

La sveglia suonò alle prime luci del mattino, avevamo il volo per Melbourne. Non ero particolarmente pronto a lasciare la città di Canberra, mi stavo ambientando e la natura che avevo toccato e fotografato sapevo mi sarebbe mancata di lì a poco. 

Con un volo di circa 1 ora arrivammo belli riposati a Melbourne dove, a differenza dell’aeroporto di Canberra, era un po’ più affollato!

Ci aspettava un driver con la nostra guida Karen che ci avrebbe poi accompagnato per tutta la permanenza a Melbourne. In autobus raggiungemmo Birregurra, circa 100 km a sud-ovest da Melbourne. 

Non so quanto denaro mi ci sarebbe voluto per convincermi a stabilirmi a Birregurra, credo una cifra vicino al bilione di euro. 

Eravamo ospiti verso le 12:00 al ristorante Yield che si trovava al centro di Birregurra. C’era un’atmosfera quasi da film. Poche persone per strada, queste ultime praticamente desolate, qualche cartello giallo classico australiano, case in vendita ed alcune attività aperte. Il ristorante era veramente molto ben tenuto, dove realizzai un mini-reportage. I colori chiari e neutri erano rilassanti oltre che fotogenici.

Alle 15:00 ci aspettava un’altra attività che di lì a poco si sarebbe rivelata più emozionante del previsto. Avevamo in programma un giro in elicottero presso i 12 Apostoles. Quando sono stato in Sudafrica a Cape Town, non mi colpì particolarmente come attività da fare in un viaggio, ma questa volta, in quello scenario, fu straordinario.

Dopo aver messo i piedi sulla terraferma, ci aspettava qualche ora in autobus. Fu uno dei percorsi itineranti più intensi ed io mi godetti ogni singolo minuto di quel dolce far niente in autobus. Arrivammo a The Grotto e continuammo per la Bay of Martyrs.

Fino al tramonto trascorremmo l’intero pomeriggio tra varie soste a fotografare e ad ammirare quei luoghi incredibili. Le ore in autobus erano un’occasione per lavorare, conoscersi e riposare. Questi primi giorni a Melbourne li trascorremmo quasi sempre in autobus per ricoprire quelle distanze non eccessivamente proibitive. Come potrebbero essere quelle verso l’interno dell’Australia.

SABATO 9 MARZO

Pronti subito per la colazione presso il Bohemia Cafè, dove festeggiammo anche il compleanno di Marco, un giornalista che prese parte al viaggio!

Al cafè furono molto carini riservandogli la sorpresa di una candelina su di un muffin gigante, tra l’altro buonissimo. L’intera mattinata sino al pranzo girammo in autobus, ripartendo nuovamente dalla splendida località dei 12 Apostles, una scogliera di pietra calcarea a picco sul mare a sud dello stato di Victoria. Ogni apostolo era rappresentato da un faraglione, ad oggi ne sono rimasti in 8 ma nonostante ciò il nome è rimasto invariato per pura scelta turistica.

Osservando i 12 Apostles, percorremmo un pezzo della Great Ocean Road. Un’affascinante strada panoramica di circa 250km, una delle più belle che io abbia mai visto. Addirittura è possibile osservare le balene in mare, se si è fortunati!

Attraversammo anche un tragitto di foresta pluviale che si alternava alle spiagge deserte con il mare che si infrangeva sulle rocce. Arrivammo così all’Apollo Bay dove facemmo una piccola sosta fotografica per poi ripartire per un pranzo a Lorne al MoVida.

Un grazioso locale su due piani, dove al primo facevano aperitivo con musica gradevolissima ed al secondo invece servivano il pranzo. Di fronte al locale c’era una bellissima veduta del mare e della spiaggia con una piacevole passeggiata su di una banchina.

Ripartimmo per raggiungere il centro di Melbourne, dove ci attendeva l’Ovolo Laneways, uno dei primi hotel internazionali in città. Così come quello di Canberra, anche questo in Melbourne era molto bello anche se di dimensioni più contenute. In pieno centro, ci permise di andare subito in centro per visitare la biblioteca, un luogo assurdo che meritava sicuramente uno scatto. L’appuntamento in hall per ripartire per un giro veloce in autobus in centro per poi dirigerci allo Small Graces dopo una piacevolissima passeggiata lungo un fiume. Il locale era molto grazioso, mangiammo vegano ed i piatti erano deliziosi.

DOMENICA 10 MARZO

Colazione presso l’hotel, avevano una formula particolare per colazione: si saliva al piano più alto dove ci si poteva servire tranquillamente anche in un terrazzino panoramico sulla città di Melbourne. L’intera giornata era dedicata interamente alla scoperta di Melbourne.

Passeggiamo sulla ACDC Lane, una strada intitolata all’iconica rock band australiana. L’AC / DC Lane attraversa una parte della città piena di bar e locali. Passa proprio accanto al Cherry Bar, uno dei più famosi luoghi di Melbourne.

La stradina è anche sede di una sorta di esposizione di arte di strada, che aggiunge un’ulteriore scossa di energia creativa all’atmosfera molto “rock”. E, naturalmente, gran parte dell’arte mostra scene musicali.

Degraves Street invece è un vero e proprio hotspot tanto amato da turisti e soprattutto dai locali. Semplicemente un piccolo vicolo dove si trovano: ristoranti all’aperto, boutique eccentriche, artisti di strada che rendono l’atmosfera molto vivace.

The Block Arcade è una galleria commerciale che collega la Collins Street con le vie Little Collins. Un design molto simile alla Gallerie Vittorio Emanuele di Milano. Un’esperienza di shopping resa unica anche dalle boutique che trovare all’interno, come le Tea Rooms e di Haigh’s Chocolates (uno dei migliori cioccolati australiani.

Attraversammo altre strade ed alcuni punti d’interesse come: Presgrave Place (una piccola stradina dove trovate ancora street art), la Royal Arcade (un piccolo centro commerciale dal design pazzesco), Bourke Street Mall (dove troverete tantissimi negozi interessanti dove poter fare shopping).

Dopo queste prime ore in giro per il centro, ci dirigemmo verso il Royal Botanic Gardens. In particolare avevamo una visita guidata denominata “Aboriginal Heritage Walk“, che di lì a poco si sarebbe rivelata emozionante.

L’esperienza iniziò con un classico rito seduti attorno ad un piccolo fuoco dove il fumo porta via gli spiriti maligni sorseggiando del the al limone al mirto. La guida, un signore di nome Ben, un aborigeno, ci guidò alla scoperta di alcune piante ed alberi particolari degni di nota (un eucalipto di gomma rossa di addirittura 400 anni). Molte di queste piante sono strettamente collegate agli usi tradizionali per il cibo e per le medicine.

La visita assume un significato particolare, non solo per i giardini che vi garantisco di una bellezza assurda. L’esperienza si trasformò grazie alla nostra guida turistica Ben che, dopo il rito del fumo e di una passeggiata nei giardini, ci deliziò con un monologo sulla conoscenza della storia e sulla questione Aborigena passata ed attuale. Un’esperienza toccante.

La giornata proseguì con l’arrivo all’hotel Esplanade dove pranzammo e ci godemmo una passeggiata. L’Hotel Esplanade è un “pub balneare” a cinque piani situato sull’Esplanade di St Kilda. È un punto di riferimento nel weekend dove tantissimi giovani fanno serata o aperitivi. Terminammo la giornata a cena presso il Rice Paper Sister.

In tarda serata ci dirigemmo in uno dei grattacieli per osservare la città dall’alto:

LUNEDì 11 MARZO

Una bella colazione ci diede la giusta carica per affrontare una giornata che si sarebbe rivelata molto carica: Philip Island ci aspettava. Ma prim’ancora di avviarci verso Philip Island, decisi che un’alba al porto sarebbe stata la scelta migliore 😀

Philip Island è un’isola situata a sud-est di Melbourne, nello stato di Victoria. Conosciuta anche perché ospita ogni anno il Gran Premio Motociclistico d’Australia. Ma lo spettacolo è altrove.

La mattinata iniziò con la visita al Moonlit Sanctuary, un parco che al suo interno ospita specie di animali più vari che non possono più vivere all’esterno. In pratica gli animali che hanno avuto problemi o che attualmente non possono vivere in libertà per varie ragioni, hanno la possibilità di essere curati qui all’interno.

E’ possibile quindi avvicinarsi e dar da mangiare a canguri, wallbies e tantissime specie di uccelli. Nonché il Dingo ed il Diavolo della Tasmania addirittura.

Fu un’esperienza non esaltante ma al tempo stesso personalmente ho preferito vedere gli animali in un ottimo stato piuttosto che moribondi in giro all’esterno.

Proseguimmo per circa 2 ore il nostro viaggio ed arrivammo per pranzo presso il The Cape Kitchen. Qui credo di aver fatto il pranzo più bello della mia vita.

E capirete dalle foto il motivo:

Anche il cibo era squisito, giusto per non dimenticare!

Il pomeriggio si fece ancor più interessante, quando ci dirigemmo al Crowes Pier at 1500 presso l’Eco Boat Cruise. Facemmo un tour in barca (di circa un paio d’ore) dove osservammo le foche.

Non ho mai apprezzato questo animale, senza un reale motivo. Eppure vedendole lì, tutte insieme mi procurò la pelle d’oca. La maestosità delle onde che si infrangevano sulle rocce con queste foche (migliaia) che emettevano versi simili a dei cani. ps: non ho trovato moltissimi riferimenti al verso della foca, voi ne sapete di più?

Mi divertì tantissimo, tra le onde del mare.

Ci dirigemmo infine presso lo Sheltered Glamping.

Ma devo farvi una premessa. Prima di partire per l’Australia, mi chiesero se avessi particolari problemi a dormire in tenda. Ovviamente la mia risposta fu un secco “NO“, era un’esperienza assolutamente da fare. A maggior ragione, dopo aver visto il posto. Incantevole è dir poco.

Visitammo tutto lo spazio avanti e le varie tende che si distribuivano intorno ad un’area comune dove c’erano sedie, tavoli e sdraio dove potersi rilassare.

Prima del tramonto facemmo visita al Philip Island Nature Park dove avviene la famosa parata dei pinguini. Molto carina e gli stessi pinguini, molto piccoli e diversi da quelli del Sudafrica, erano graziosi. Muovendosi in massa verso i rifugi in spiaggia, risalivano dal mare.

Mangiammo delle pizze all’interno di una di queste tende (la più grande!) e ci rilassammo. Io tirai avanti fino a sera tardi.

Come scrissi sul mio post su Instagram, fu la notte più bella della mia vita. Non avevo mai visto nulla di simile e non curante del possibile pericolo, mi sdraiai a terra per godermi lo spettacolo e scattare qualche foto. Ero solo ma tutt’attorno c’era lo spettacolo australiano nel bel mezzo del nulla.

L’adrenalina si fece attendere per andar via, per addormentarmi ci impiegai un po’.

MARTEDì 12 MARZO

Dopo una bella colazione, lasciammo il Glamping per dirigerci in centro a Melbourne (circa 2 ore di autobus). Ci appoggiammo presso un hotel con tutte le valigie per fare un tour in bici (con Real Melbourne Bicycle Tours) nel centro città. La nostra guida fu molto carina e soprattutto ci fece vedere la città in modo differente, appunto dalla bici, e ci diede la possibilità di toccare più punti in modo da ammortizzare il poco tempo a disposizione.

Avevamo così poche ore prima della partenza con l’aereo verso l’Italia. Terminammo con un po’ di shopping per poi dirigerci in aeroporto.

Come da titolo, il viaggio in Australia è stato il viaggio più emozionante della mia vita. Difficilmente ne vivrò uno simile.

Sarà che nell’immaginario personale vedevo questo paese come un qualcosa di irraggiungibile.

Sarà l’aver vissuto a stretto contatto con la natura.

Saranno gli animali che da sempre volevo osservare da vicino.

Sarà quel cielo stellato che mai avevo visto in vita mia.

Saranno state le persone fantastiche che ho conosciuto.

Ma credetemi l’Australia è un posto interessante.