Il mio viaggio a Dublino in solitaria, quello che sognavo da un po’ di anni, è saltato. Era in programma dopo la Lapponia ma non ero nella giusta condizione per partire.
Così, il giro dell’Irlanda è rinviato a data da destinarsi. Allo stesso tempo però si è presentata una bella occasione: un viaggio con gli amici/colleghi per 3 giorni a Dublino. Non ho potuto rifiutare, d’altronde non viaggiavo in compagnia di amici da circa 10 anni. Per cui, occasione ghiotta e volo prenotato.
I viaggi con gli amici sono sempre molto particolari. Non i soliti viaggi che faccio, almeno ultimamente. Addirittura indeciso se portare o meno la mia fotocamera, ovviamente non ho resistito a lasciarla a casa. Insomma programmi diversi, intenzioni diverse e priorità diverse. Ho deciso comunque di lasciar andar scorrere le cose, nessuno ha preparato un programma di viaggio e nessuno sa come raggiungere il centro di Dublino dall’aeroporto, per esempio.
La mia attrezzatura fotografica si è ridotta alla semplice mirrorless (Sony A7RIII) con il 35mm 1.4 Sigma Art ed una batteria di ricambio.
DAY 0
Il primo giorno è stato particolare, emblematico anche: chi voleva partire presto, chi tardi. Il mio amico Jacopo era dell’idea che bisognava arrivare in aeroporto (Ciampino a Roma) giusto 10 minuti prima della chiusura del gate. Amo restare in aeroporto, sorseggiare un caffè e lavorare al pc magari. Con Vincenzo, l’altro amico di viaggio, faccio colazione nel punto d’incontro con Jacopo che poi effettivamente ha la meglio sull’orario. Alle 10:40 chiude il gate, alle 10:10 arriva Jacopo, distanti circa 10 minuti dall’aeroporto ma avevamo l’auto da parcheggiare.
Insomma un inizio niente male. Proprio come piace a me (ma anche no!).
Alle 10:40 riusciamo a completare i controlli e a dirigerci al gate B3. Ovviamente Ryanair è in ritardo, che con le nuove normative è diventato tutto più strano e complicato: tutti con il priority è una grandissima cavolata. Questa è l’ultima volta che prenoto con questa compagnia, ma se ci ripenso…in Irlanda solo con la Ryanair!
Siamo su, in aereo!
L’impatto è devastante, e grigio: pioggia leggera e tempo scurissimo. Il clima per me è perfetto, non c’è freddo e si passeggia benissimo anche senza ombrello. Passiamo tutti facilmente il controllo passaporti, resta Vincenzo che incomprensibilmente inizia a sbottonarsi giacchetto, felpa, t-shirt… Solo dopo ci rivela che l’addetto alla sicurezza gli aveva semplicemente chiesto il passaporto e non di spogliarsi! Si è fermato solo quando ha sentito lo STOP, parola universale. Io e Jacopo capiamo che forse Vincenzo è meglio che lo si accompagni quando deve esprimersi in inglese.
Decidiamo di prendere un taxi che ci porta direttamente all’appartamento che abbiamo prenotato su Booking. Il driver è molto simpatico anche se parla un inglese incomprensibile. Ci accorgiamo ben presto che tutti gli irlandesi sono incomprensibili, anche alla reception c’è una signora che parla un inglese impossibile da capire senza far ripetere le frasi due volte. Il driver del taxi segue le partite di rugby alla radio e al tempo stesso scommette sul cellulare, particolare fattomi notare dal mio amico Vincenzo che esclama: “Gibbi, il tassista è un ludopatico!”, ed effettivamente…
Il primo giorno lo trascorriamo in giro tra le vie che portano a temple bar, un luogo mistico: ora capisco veramente questa loro cultura dei pub e questa devozione che hanno per questi luoghi. Ad un certo orario si riversano tutti all’interno di questi pub abbastanza piccoli, alcuni sviluppati su più piani dove all’interno c’è il delirio. Molti sono ubriachi, si divertono ed urlano come forsennati.
Apprezzo molto la musica dal vivo e gli artisti sono veramente bravi. Non concepisco però l’ubriacarsi per divertimento, sarò all’antica io!
Rientriamo per una doccia e poi a cena in uno dei tanti posti, mangiamo strano ma va bene così. I prezzi sono un po’ alti anche per la birra che sinceramente non mi colpisce tantissimo. Dopo cena ci dirigiamo in un locale che si sviluppa su tre piani dove c’è musica più movimentata dal vivo. La musica è veramente bella ed il locale ben frequentato. Non facciamo tardissimo perché siamo stanchi ma ci divertiamo al punto giusto. Io con la mia camicia e con la mia felpa faccio scalpore tra gli irlandesi!
DAY 1
Il secondo giorno inizia bene, il sole è splendente e la giornata veramente godibile: temperature sui 10-15 gradi che sono piacevolissime. Soprattutto per le passeggiate che facciamo in giro ed in centro. Visitiamo un po’ il Trinity College ed un parco adiacente. Niente di particolarmente entusiasmante ma apprezzabile. Dublino è una città forse povera artisticamente, però ha un bel centro e le passeggiate sono molto piacevoli.
Facciamo colazione in un posto molto carino dove ci fermiamo per un’oretta per rilassarci in tranquillità. La città non offre tantissimi spunti ai turisti, o meglio alcune attrazioni le scartiamo (museo della Guinness) perché ci sembrano fin troppo turistiche e poco interessanti. Per giunta la birra non è piaciuta particolarmente a Vincenzo (esperto di birra, dice!).
Dublino è una città un po’ strana, non ho ancora ben capito che opinione avere. Pare che la gente si riversi per strada solo in alcuni momenti della giornata, a parte per le vie dello shopping che personalmente non mi fanno impazzire (in tutte le città).
Rientriamo in hotel dopo una mezza giornata passata in giro per riposarci 10 minuti, conosciamo Natalie alla reception. Spagnola di origine ed il suo inglese è veramente perfetto per noi. Alla domanda “vi sta piacendo Dublino?”, parte un mio grosso “mah!”. Spontaneo al punto giusto.
Ci dirigiamo poco dopo sul lungofiume per goderci le ultime ore di sole. Non offre particolari paesaggi, nemmeno il fiume che ha poco di interessante. Ma la giornata è godibile fino alla fine. Ci prepariamo e ci riversiamo tre le solite stradine di Temple Bar, dove facciamo vari giri di birra in più locali.
Se mi avete seguito su Instagram: i miei amici hanno deciso di lanciare un sondaggio, a tutte le ragazze di Dublino che incrociavamo, sul mio outift. A sorpresa (dei miei amici) ho riscosso parecchio successo. Rientriamo relativamente presto, dopo un po’ di giri di birra, ancora.
Rientrando in hotel, incrociamo un personaggio al quanto strano che ci racconta della sua vita rocambolesca e avventurosa. Parla tranquillamente e bene 4 lingue di cui l’italiano, è originario della città di Zagabria e si trova a Dublino come tappa del suo viaggio, dopo aver scoperto di essere malato. Dice cha ha un 50% di possibilità di vivere, per cui ha deciso di intraprendere questo strano viaggio che lo sta portando in giro per l’Europa a diffondere la sua parola (che onestamente non capiamo moltissimo le finalità!).
DAY 2
L’ultimo giorno lo dedichiamo interamente ai regali da portare ognuno ai propri cari. I prezzi sorprendentemente non sono altissimi rispetto alle altre capitali europee. Rientriamo a Roma la sera tardi.
Amo, come sapete, i ritorni, i rientri.
Dublino è da visitare, per un weekend.
Includendola in un tour ben più interessante, in giro per l’Irlanda.